Chi è Big Clay #4? Un totem informe che sfida la torre di Arnolfo? Un monumento all’arte contemporanea in cerca di una vera e propria forma? Un’icona astratta che ricorda il caos (il principio creativo) primordiale? Da 22 settembre al 21 gennaio 2018 Piazza della Signoria a Firenze ospita la scultura di 12 metri dell’artista svizzero Urs Fischer.
Dopo l’esposizione delle sculture di Jeff Koons nel 2015, torna il progetto In Florence,un grande evento di arte contemporanea ideato da Fabrizio Moretti e Sergio Risaliti, promosso dal Comune di Firenze e organizzato in concomitanza con la Biennale Internazionale d’Antiquariato di Firenze. L’esposizione, a cura di Francesco Bonami, consiste nella presentazione di un’opera monumentale all’interno di quel museo della scultura a cielo aperto quale è Piazza Signoria, in un contrasto tra antico e contemporaneo.
L’organizzazione dell’evento è seguita dall’Associazione Mus.e. Insieme al totem Big Clay #4, Urs Fisher ha realizzato per l’occasione due statue di cera, 2 Tuscan Men, collocate sull’Arengario di Palazzo Vecchio. La cera e il carattere transitorio dell’arte rappresentano la cifra stilistica di Fischer. In molti ricorderanno la grande copia in cera del Ratto della Sabina del Giambologna (la statua collocata nella Loggia dei Lanzi), che Fischer esposte e fece sciogliere lentamente nel 2011 alla 50° Biennale di Venezia. La scultura in mostra oggi in Piazza della Signoria è l’ingrandimento di piccoli pezzi di creta modellati dall’artista nel suo studio. I due gentiluomini toscani, invece, rappresentano due metafore opposte, il prigioniero della Storia e colui che guarda al futuro. Nel primo caso, Fabrizio Moretti, segretario generale della Biennale dell’Antiquariato, esce fuori da un busto di San Leonardo, patrono dei prigionieri. L’altro personaggio, Francesco Bonami, sta in piedi su un frigorifero che è più in relazione con il presente rispetto a quanto potrebbe esserlo un piedistallo. I frigoriferi sono l’anima di ogni casa, questo è riempito di frutta e verdure come su certe opere dei Della Robbia. Gli stoppini inseriti in queste figure di cera le trasformano in candele che lentamente si scioglieranno con il passare del tempo.
Info: musefirenze.it