L’inquietudine del Rosso, il vortice di emozioni di Pontormo e la sensuale dolcezza di Bronzino.
Tre Deposizioni, eccezionalmente insieme, raccontano in un’istantanea che trafigge i sensi la grandezza de “Il Cinquecento a Firenze”. S’intitola così la mostra in corso con grande successo Palazzo Strozzi (21 settembre – 21 gennaio 2018), curata da Antonio Natali e Carlo Falciani.
L’esposizione presenta opere eccezionali di grandi dell’epoca, quali Michelangelo, Giambologna, Andrea del Sarto, solo per citarne alcuni. Ma le protagoniste assolute dell’evento sono loro: la Deposizione dalla Croce di Volterra del Rosso Fiorentino (1521), la Deposizione di Santa Felicita del Pontormo (1525-28) e, tornata a Firenze dopo mezzo millennio da Besançon, il Cristo deposto di Bronzino (1543-45). Non vogliamo addentrarci nella profondità e complessità del percorso artistico della mostra, ma, da amanti del gioiello, non possiamo non sottolineare una particolarità che emerge dall’osservazione delle tre opere.
Mentre Rosso e Pontormo esprimono la passionalità dei propri personaggi attraverso l’intensità di colori ed espressioni, Bronzino inserisce nella sua composizione anche raffinati gioielli. Perle, oro e pietre preziose ornano i capelli delle donne che partecipano al dolore per la morte di Cristo. Questi particolari ci riportano idealmente al celebre ritratto, custodito agli Uffizi, di Leonora di Toledo con il figlio Giovanni (1545 d.C. circa).
Il bellissimo vestito di broccato della Granduchessa è ornato da Bronzino con numerosi gioielli: perle di varie dimensioni, un pendente d’oro con grosso diamante e perla a goccia, mentre la preziosa cinta d’oro è decorata con pietre e con una nappina perle. Il Cinquecento a Firenze è stato anche questo: il secolo di una grande stagione per l’oreficeria e l’arte del gioiello.