Simbolo di potere, d’impegno, di forza e d’amore, l’anello continua ad affascinare dalla notte dei tempi l’immaginario collettivo. San Valentino rappresenta un’occasione speciale per donare un gioiello capace di rappresentare il sentimento per eccellenza. Ma dove e quando nasce l’abbinamento tra amore e oggetti preziosi? La storia dell’anello di fidanzamento è antichissima. Bisogna risalire alla civiltà egizia, che a sua volta ha tramandato ai greci e ai romani l’usanza tanto romantica.
Di sicuro i pegni d’amore non erano tanto preziosi quando Plinio li descrive come cerchi di ferro nelle sue cronache nel I sec. d.C. Non ci pensa mai nessuno, ma il fatto di impalmare l’amata all’anulare della mano sinistra ha un significato molto profondo. Si credeva, infatti, che il dito fosse collegato con una vena direttamente al cuore, organo abbinato da sempre al concetto di sentimento.
Nel mondo contemporaneo, la tradizione di regalare un anello di fidanzamento si lega a un episodio ben preciso. Nel XV secolo, l’Arciduca Massimiliano d’Austria decise di donare un solitario, come promessa di matrimonio, a Maria di Borgogna.
Quel modello, realizzato con un diamante incastonato in una fede, fu ripreso da Tiffany quattro secoli più tardi. Da allora il solitario è diventato il gioiello di fidanzamento desiderato e sognato da tutte le donne.
I metalli scelti sono l’oro o il platino, anche se l’ortodossia ammette anche titanio, argento e acciaio.
La pietra preziosa più simbolica dell’amore eterno è il diamante, ma ci sono clamorosi esempi di anelli di fidanzamento con lo zaffiro, simbolo di fedeltà, e ancora lo smeraldo per la speranza, il rubino per un amore ardente, l’acquamarina per un matrimonio duraturo e felice. Oltre al solitario, il fidanzamento è rappresentato da un ‘trilogy’, realizzato con un grande diamante centrale e due più piccoli laterali. Le tre pietre preziose stanno a significare passato, presente e futuro della coppia.
Tra gli esempi più celebri, ricordiamo l’anello di fidanzamento che Richard Burton regalò a Liz Taylor nel ‘68. Stiamo parlando del Krupp Diamond, una pietra preziosa da 33,19 carati, che poi prese il nome dell’attrice stessa.
Se Liz era la mora più amata, Marilyn Monroe rappresentava negli anni ’50-’60 l’i
mmagine tipo della bionda. All’attrice americana, il giocatore di baseball Joe Di Maggio regalò come pegno d’amore il diamante ‘eternity ring’, con taglio a baguette.
Correva l’anno 1955 quando la bellissima Grace Kelly fu conquistata dal principe Ranieri di Monaco con un anello di dia
manti Cartier con taglio a smeraldo da 10,5 carati.
Cambiando regno e principessa, possiamo oggi ammirare il bellissimo zaffiro
incorniciato da diamanti indossato da Kate Middleton, sposa felice di William, nipote della Regina d’Inghilterra. Lo stesso anello, è storia nota, rappresentò la promessa di fidanzamento di Diana Spencer, non altrettanto felice sposa di Carlo d’Inghilterra.
Forse non sarà stato un marito fedele e nemmeno tanto facile da gestire, ma di sicuro Brad Pitt è stato un uomo che non ha badato a spese in quanto a diamanti. Alla prima moglie, Jennifer Aniston, il più desiderato di Hollywood disegnò un solitario per Damiani, realizzato con una grande pietra
incastonata in una montatura a spirale.
Anche Angelina Jolie, la seconda moglie, ha avuto il suo anello di fidanzamento ideato su misura da Brad, con il designer Roberto Procop. In realtà Angelina non ha gradito troppo il gioiello, formato da diamanti taglio baguette, un anello troppo grande e ‘presuntuoso’ per i suoi gusti minimal.
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