Quale è il futuro del contemporaneo? Di sicura la lezione di Artefiera, appena conclusa a Bologna, è quella di eliminare i confini, a favore di una fusione tra tempi dell’arte. La più importante manifestazione italiana del settore, organizzata negli spazi di BolognaFiere dal 2 al 5 febbraio 2018, ha dato più spazio alle gallerie internazionali, per sviluppare ancor più il movimento nel mercato e nello scambio dell’arte. Sessantamila visitatori sono arrivati nella città distinta dal suo impianto medievale. Il bilancio in crescita ha confermato la forza di quest’appuntamento italiano. La 42esima edizione di Arte Fiera chiude, infatti, registrando 48.000 presenze e sono numerosi i dati che confermano il successo della scelta curatoriale intrapresa nel 2017 e consolidata quest’anno da Angela Vettese, che ha rinnovato la più longeva fiera d’arte moderna e contemporanea d’Italia. In particolare vanno letti come risultati importanti: l’aumento dei premi destinati ad artisti e gallerie. Inoltre, la Fiera ha visto una particolare flessibilità d’iniziative tra performance, percorsi di opere installate in città, stand con focus su artisti specifici. Particolarmente riuscita è stata Modernity, sottosezione dedicata ai lavori di alcuni artisti ritenuti meritevoli di attenzione per la forza del loro lavoro, e l’eclettica area Printville, che ha accolto i visitatori con editoria indipendente, ceramiche, stampe e opere multiple. In Arte Fiera 2018 abbiamo visto dissolversi le linee di confine tra moderno e contemporaneo. Le sezioni e i generi si sono mescolati organicamente con l’intento di creare un percorso di visione e di interesse in cui le opere di ieri e di oggi dialogano armonicamente, superando linee di demarcazione divenute ormai inaffidabili e anzi generando un’evoluzione critica. Sarà anche una futura tendenza del gioiello?