Quando l’eleganza raggiunge lo zenit, l’essenza del fascino emerge nella più pura spontaneità. Marella e Gianni Agnelli sono rimasti fedeli al loro stile essenziale fino alla fine.Perfino le rughe e i capelli bianchi sono diventati quasi un vezzo, una vanità da manifestare nella consapevolezza di una classe irraggiungibile. Anche la famiglia più influente in Italia, dalla fine degli anni Sessanta all’inizio del terzo millennio, ha avuto la sua ‘Jackie Kennedy’.
Aristocratica, longilinea, distaccata e minimalista, riservata ma icona di stile, la bellissima moglie del re della Fiat Gianni Agnelli può essere paragonata ad una musa di Modigliani. Il collo lungo, perfettamente armonioso in un corpo slanciato, ha valso a Marella l’appellativo di ‘Cigno’. Fu il fotografo Richard Avedon a chiamarla per primo così, mentre la immortalava in uno scatto in bianco e nero capace di cogliere tutto il suo fascino distaccato e misterioso.
Perfetto alter ego femminile dell’Avvocato, la principessa Caracciolo di Castagneto deve il suo charme intellettuale a un dna aristocratico e a una formazione nelle migliori scuole francesi. Marella, figlia di un diplomatico dal sangue blu, sposa Gianni Agnelli, rampollo della più importante famiglia italiana di industriali, nel 1953.
Dalla loro unione, solida fino alla fine, nascono due figli, Edoardo e Margherita. Quest’ultima ha garantito agli Agnelli una ricca discendenza con otto figli e sei nipoti. La sensibilità per l’arte e lo stile hanno portato Marella a lavorare prima come fotografa e redattrice di Vogue, poi come designer di alta moda e di giardini, la sua grande passione.
Amante della mondanità e dell’arte, insieme al marito, Marella ha animato la dolce vita, fatta di cene, feste, vacanze in barca a vela a Capri, isola amata dove si incontravano aristocratici, politici e divi di Hollywood.
E ha collezionato opere di Canaletto, Bellotto, Canova, Manet, Renoir, Picasso, Matisse, Severini e Modigliani, oggi esposte alla “Fondazione Giovanni e Marella Agnelli”, nella Pinacoteca del Lingotto a Torino.
L’estremo minimalismo dell’ “Ultimo Cigno”, come si è ella stessa definita nella sua autobiografia, non ci concede molto margine per parlare di preziosi. Eppure anche Marella aveva una grande passione per un gioiello in particolare. Si tratta di una collana orientale, forse acquistata direttamente dai mercanti in India.
Vediamo spesso foto della signora Agnelli ornata con il gioiello realizzato con fili intrecciati di perle, con smeraldi e rubini, tenuti insieme da una fibbia dorata. Lasciata libera nella sua lunghezza o indossata a doppio giro a coprire il collo, la misteriosa collana è diventata una cifra di stile dell’eleganza degli Agnelli, un po’ come l’orologio portato dall’Avvocato sul polsino della camicia. Oltre ad essere copiata dalle altre signore del jet set, si dice che la collana di Marella ispirò anche il designer americano Kenneth Jay Lane (KJL) per un pezzo icona della sua collezione. Si dice anche che la signora Agnelli avesse bacchettato amichevolmente il creativo americano per il piccolo ‘plagio’. Ma nessuna fonte accreditata ha mai confermato questo piccolo pettegolezzo (Le immagini possono essere soggette a Copyright).